Siamo nel pieno del Festival di Sanremo 2023 e, ogni anno, noi di Unoenergy cerchiamo sia le canzoni e la musica più bella, che gli artisti e le realtà più green!
Ma chi è, tra i cantanti in gara, quello che sembra avere più a cuore la tematica ambientale? A oggi va detto che la maggior parte degli artisti si fa spesso portavoce dell’importanza di adottare una politica green e sostenibile, ma tra tutti Marco Mengoni è stato eletto quasi all’unanimità come “Re del Green”.
La sua trilogia di dischi, Materia, è stata la prima, in Italia, ad uscire con un packaging 100% plastic free e una campagna pubblicitaria eco friendly che dopo essere stata disinstallata è stata porzionata, autografata e regalata ai fan oppure consegnata alla Cooperativa sociale “Rio Terà dei pensieri” di Venezia e sono state create delle shopper. Ma non solo: Marco è stato infatti eletto anche ambasciatore italiano della campagna internazionale di National Geographic “Planet or Plastic?” e, nel suo ultimo tour, sono state adottate borracce e bottiglie di vetro per tutti.
L’importanza di un messaggio green nella musica
Avere a cuore il tema della sostenibilità ambientale è importante e, grazie all’eco mediatico che hanno molti cantanti, è auspicabile che proprio loro si facciano portavoce di questo argomento. Ma non solo: da poco si è iniziato a parlare e ad organizzare un vero e proprio manifesto della sostenibilità ambientale nel mondo della musica.
Tutto il comparto musicale, compresa la gigantesca macchina di organizzazione dei live, ad oggi dovrebbe diventare molto più sostenibile ed ecologicamente meno impattante. In quest’ottica è nato così il Manifesto della Musica Sostenibile ad opera di PMI, l’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti, con la collaborazione di Impala (Indipendent Musica Companies Association), in rappresentanza delle organizzazioni delle etichette europee, e Rockol.
Il Manifesto della Musica Sostenibile
Il Manifesto della Musica Sostenibile altro non è che un decalogo di norme che ha lo scopo di indirizzare una fruizione e una produzione, nel senso più ampio del termine, musicale che sia green. Dall’organizzazione dei concerti, con i trasporti, i voli, gli spostamenti, passando anche per la stampa dei dischi. Tutto deve diventare molto più ecologico e con un minor impatto ambientale grazie ad un nuovo approccio alla musica e ad una sensibilizzazione maggiore sia degli artisti che del pubblico. Del resto non possiamo dimenticarci che, secondo recenti indagini da parte di Pianeta 2030, un singolo concerto può generare fino a 10 kg di CO2 per spettatore. E chi ascolta musica streaming comunque consuma circa 110 kWh di energia all’anno.
Uno dei punti cruciali del Manifesto riguarda quindi l’opera di sensibilizzazione dell’impatto ambientale che la musica ha e, per questo, si propone di nominare la figura di un responsabile della sostenibilità ambientale in ogni settore della filiera musicale. Questo al fine di elaborare strategie che siano finalizzate proprio a rispettare sempre di più il nostro Pianeta.
La musica quindi può e deve diventare ogni giorno sempre più sostenibile e green, valori fondamentali per la Terra e per tutti noi di Unoenergy.